Parole e Colori

A priori

La primavera si percepiva nell’aria, nonostante fosse ancora inverno. E non si trattava solamente della temperatura particolarmente piacevole, ma di uno spirito leggero che aleggiava tutt’intorno.

Era sabato pomeriggio e Valentina raggiunse Anna in centro, parcheggiando l’auto proprio a pochi metri da casa sua. Si erano conosciute molti anni prima, poco più che ventenni, unite da una passione comune, la danza. La loro amicizia era rimasta intatta nel tempo, nonostante la vita, per alcuni anni, le avesse condotte in direzioni diverse.

Anna uscì indossando uno dei suoi immancabili cappelli di lana, attraversarono la piazza e cominciarono a camminare chiacchierando, senza una meta specifica. Entrambe vivevano una situazione sentimentale particolare, diversa ma unita da un comune denominatore: l’inquietudine. Valentina era innamorata, coinvolta in un sentimento dai segnali confusi e incapace di darvi una svolta risolutiva. Anna invece stava riscoprendo un antico amore, invischiata in una relazione esclusivamente epistolare con un uomo che non poteva definirsi completamente disponibile. Parlare le aiutava a liberare l’animo nella ricerca di una soluzione, quella che avrebbe donato loro la giusta e meritata serenità. Erano donne libere, autonome, decise a voler vivere ancora l’amore, quello che non si accontentava di consolare una solitudine, ma completava con sincerità e rispetto.

Percorsero vie affollate come non si vedeva da mesi, cercarono un posto per sedersi e bere qualcosa di caldo, ma l’impossibilità di trovare un tavolo libero le portò a desistere, optando per un tè casalingo. Comprarono alcuni dolcetti e si incamminarono verso casa di Anna. Incontrarono molte coppie lungo la strada e un dubbio sfiorò i loro pensieri: sarebbe mai stato possibile trovare la persona giusta? Quella con la quale comprendersi solo con uno sguardo? Quella della quale potersi fidare al di sopra di ogni timore?

Anna ripensò alle situazioni dei propri conoscenti e ne dedusse che si trattasse di un’ardua impresa. Amori non corrisposti, non liberi, non leali oppure stanchi erano all’ordine del giorno. Perché per loro sarebbe dovuto essere diverso? Valentina non poté che convenire di fronte all’oggettiva realtà dei fatti, ma una parte di lei oppose resistenza. Era ostinatamente decisa a voler credere nell’amore, oltre ogni dubbio.

Una volta rincasate, di fronte ad una tazza di tè bollente e dei krumiri con gocce di cioccolato particolarmente friabili e gustosi, si confidarono i desideri più intimi. Valentina si divertì molto ad ascoltare Anna, che col suo sottile umorismo riuscì a sfumare di leggerezza anche le situazioni più delicate.

Poi indossarono la giacca ed uscirono sul balcone. Erano al quinto piano, da lì si intravedevano le montagne in lontananza e un bellissimo tramonto color arancio. Restarono in silenzio per alcuni minuti, finché una leggera brezza arrivò all’improvviso, obbligandole a coprirsi. Era un’aria fresca e avvolgente, portatrice di parole lontane. A un certo punto, simultaneamente, entrambe iniziarono a parlare. “A priori non si può sapere… quindi continuiamo a sognare!” dissero quasi all’unisono, scoppiando subito dopo in una sonora risata. Immediatamente il loro cuore si alleggerì, mostrando agli occhi una nuova maniera di osservare e immaginare la realtà.

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