Parole e Colori

Se

Da troppi giorni Valentina si arrovellava il cervello per trovare una risposta alla moltitudine di domande che le scorrevano nella mente. Parevano l’acqua di un fiume in piena, ed erano tutte accomunate dallo stesso, pesante, dubbio: “Se…”. Cercare di placarle serviva paradossalmente a rinforzarne l’effetto ipnotico.

Chiamò Giulia di prima mattina, chiedendole di prendere un caffè insieme, poi salì in macchina e la raggiunse a casa. Ancora sul pianerottolo venne accolta da Zampa, il cane di Giulia, quel giorno particolarmente affettuoso e desideroso di ricevere una buona dose di coccole. Entrò ed abbracciò la sua amica, che la accolse con il sorriso di chi aveva già intuito la situazione. Poi si sedette vicino a Zampa e cominciò ad accarezzarlo.

Non sapeva da dove iniziare a sviscerare la sua sequenza di domande senza risposta e, per dirla proprio tutta, si vergognava anche un po’ della propria fragilità. Nel frattempo Giulia preparò il caffe e glielo servì accompagnato da una deliziosa torta al cioccolato e poi, sempre sorridendo, le chiese come stava.

A quel punto Valentina non riuscì più a trattenersi e liberò il suo dubbio più pesante: “E se non ce la faccio?”. Stava attraversando un periodo intenso, ricco di nuove possibilità e cambiamenti che, come tali, le creavano una certa ansia. In realtà desiderava da tempo dare una svolta alla propria vita, però ora che se ne stava presentando l’occasione, aveva la tentazione di tirarsi indietro. Troppe variabili da gestire, troppe incertezze… troppa solitudine. La libertà aveva un prezzo che, in alcuni momenti, riusciva a spaventarla. Le mancavano il confronto, la condivisione… l’amore. Temeva di prendere la decisione sbagliata, soprattutto per le figlie, e valutava ogni possibile variabile, tentando anche di ipotizzare gli sviluppi nel futuro prossimo.

Giulia ascoltò con attenzione e una punta di tenerezza, perché riusciva ad avere una visione più obiettiva e lucida dell’amica e, quando riuscì a prendere parola attraversando il vortice dei dubbi di Valentina, tentò di rassicurarla nell’unica maniera che sapeva potesse avere un minimo di efficacia: le ricordò di “contattare” la parte più profonda di sé, quella che comunicava i messaggi profondi dell’animo. Ma quando vide il suo volto incupirsi, capì di dover agire diversamente. Prese la borsa, si infilò un paio di scarpe da ginnastica, mise il guinzaglio a Zampa e le disse di seguirla.

In pochi minuti raggiunsero il “ruscello sonoro”, le cui acque si diceva producessero alcune volte una particolare melodia. Valentina adorava ascoltare lo scorrere dell’acqua, le liberava la mente, alleggerendole l’animo. Si sedettero lungo le sponde l’una accanto all’altra e restarono in silenzio ad osservare Zampa che saltellava tra le pietre, ma dopo poco decisero di sdraiarsi sull’erba a fissare il cielo. Ad un certo punto si udì una sorta di musica estremamente piacevole e parve che l’acqua rallentasse il proprio corso. Valentina vide scorrere davanti agli occhi delle parole, che si unirono a formare delle frasi… erano tutti i suoi “se”, che iniziarono ad ondeggiare come in una danza e poi caddero nel ruscello. Istintivamente si alzò per guardare Giulia e sentì arrivare la risposta, più nitida che mai: “Vivi intensamente ogni istante con fiducia. Crea la tua realtà e spazza via la paura, tutto il resto non conta”.

La nuova consapevolezza fece comparire un sorriso gioioso sul suo viso e abbracciò Giulia, con affetto e gratitudine.

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